Separazione e doveri coniugali: cosa cambia e come affrontarla
- avvdanielatorrisi
- 28 feb
- Tempo di lettura: 9 min
La separazione segna un momento di svolta nella vita di una coppia sposata. È una fase delicata in cui molti degli obblighi tipici del matrimonio vengono meno, mentre altri restano inalterati. Capire quali doveri coniugali cessano e quali rimangono dopo la separazione aiuta ad affrontare questa transizione con maggiore consapevolezza. In questo articolo, scritto con linguaggio chiaro e accessibile, vedremo come mutano i rapporti tra i coniugi separati; offrirò anche alcuni consigli pratici per gestire al meglio questa fase, sottolineando l’importanza di un approccio consapevole e del supporto di un professionista legale esperto.

Prima di tutto occorre distinguere la separazione dal divorzio: la legge italiana considera la separazione come un passaggio temporaneo nella crisi matrimoniale, mentre il divorzio è la sua conclusione definitiva. Durante la separazione i coniugi restano formalmente marito e moglie, ma gli effetti del matrimonio sono sospesi in attesa di una riconciliazione o di un eventuale divorzio. Ciò significa che alcuni doveri coniugali decadono in questa fase, pur permanendo altri obblighi fondamentali.
Vediamo nel dettaglio quali sono le conseguenze della separazione sui principali doveri derivanti dal matrimonio.
Doveri coniugali che cessano con la separazione
Con l'adozione dei provvedimenti temporanei, nella prima udienza davanti al Presidente del Tribunale, alcuni doveri coniugali cessano di avere efficacia. In particolare, viene meno l’obbligo di coabitazione: i coniugi non hanno più il dovere di vivere sotto lo stesso tetto. Ognuno è libero di stabilire la propria residenza altrove senza che ciò costituisca violazione dei doveri matrimoniali.
Allo stesso modo, cade l’obbligo di fedeltà reciproca. Dopo la separazione, il vincolo di esclusività affettiva non è più giuridicamente imposto: un’eventuale nuova relazione di uno dei coniugi non può essere addotta come tradimento ai fini legali, perché il dovere di fedeltà è venuto meno (ma potrebbe rilevare in altro senso, come chiarirò nei prossimi articoli).
Un altro aspetto riguarda la collaborazione nell’interesse della famiglia e l’assistenza morale: durante la vita matrimoniale, i coniugi hanno il dovere di sostenersi a vicenda e collaborare come unità familiare. Con la separazione, questi doveri si sospendono poiché ciascun coniuge intraprende un percorso di vita separato. In pratica, non vi è più l’aspettativa legale di condividere le decisioni quotidiane o i progetti familiari comuni. Ad esempio, non è più richiesto di occuparsi dei bisogni dell’altro coniuge nella quotidianità o di partecipare insieme alle scelte di famiglia come avveniva prima. Va sottolineato però che questa sospensione non significa totale indifferenza: anche da separati, si dovrebbe mantenere un minimo di rispetto e solidarietà verso l’ex coniuge, specie in situazioni di difficoltà. Infatti la giurisprudenza evidenzia che, finché non interviene il divorzio, i coniugi separati rimangono legati da un obbligo di “solidarietà minima” reciproca. In altre parole, pur non essendoci più gli obblighi quotidiani di convivenza e fedeltà, marito e moglie separati non sono considerati estranei l’uno all’altra; dovrebbero quindi comportarsi in modo da tutelare ancora, per quanto possibile, il benessere reciproco, ad esempio prestando aiuto in caso di grave necessità o urgenza. Questo principio di solidarietà di base permane sino a quando il vincolo non sarà sciolto definitivamente dal divorzio.
Riassumendo, dopo la separazione non sussistono più:
• l’obbligo di vivere insieme (coabitazione);
• l’obbligo di fedeltà coniugale;
• il dovere di collaborazione domestica e assistenza morale quotidiana (salvo una forma di rispetto e aiuto minimo in situazioni gravi).
Questi aspetti rappresentano il cuore della libertà ritrovata dai coniugi separati: ognuno può ricostruire la propria sfera personale senza il vincolo di dover rendere conto all’altro della propria vita privata come avveniva in costanza di matrimonio.
Doveri che permangono dopo la separazione
Non tutti i legami e gli obblighi si dissolvono con la separazione. Alcuni doveri fondamentali rimangono in vigore, a tutela soprattutto dei soggetti più deboli della famiglia (figli minorenni o coniuge economicamente fragile). Il Codice Civile stesso prevede chiaramente che, pur cessando convivenza e fedeltà, restano per entrambi i coniugi separati gli obblighi verso i figli e, se necessario, un obbligo di assistenza materiale verso il coniuge più debole.
In primis, madre e padre mantengono inalterati tutti i doveri nei confronti dei figli. La separazione non fa venir meno l’obbligo di mantenere, educare, istruire e accudire i figli minori (o maggiorenni non autosufficienti). Anzi, la legge ribadisce che entrambi i genitori devono continuare a provvedere alla prole in misura proporzionale alle proprie capacità economiche e a garantire la presenza affettiva ed educativa di entrambi.
Il principio della bigenitorialità assicura al figlio il diritto di mantenere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori, anche dopo la separazione. Dunque, compiti come provvedere alle spese ordinarie e straordinarie per i figli, decidere sul loro percorso scolastico o cure mediche, e in generale occuparsi del loro benessere restano un dovere condiviso da parte di entrambi i coniugi separati. Separarsi come coppia non significa infatti separarsi dai propri figli: si smette di essere coniugi attivi, ma si continua ad essere genitori a pieno titolo.
Un altro dovere che può permanere è quello di assistenza materiale verso il coniuge economicamente più debole. Se uno dei due, dopo la separazione, non dispone di redditi sufficienti per mantenere un tenore di vita adeguato, l’ordinamento prevede la possibilità di un assegno di mantenimento a suo favore. In base alle circostanze (età, condizioni economiche e sociali, durata del matrimonio, ecc.), il giudice può stabilire che il coniuge economicamente più forte versi un contributo periodico all’altro, proprio per garantire un sostegno materiale minimo. Questo deriva dal principio di solidarietà post-coniugale: benché la vita in comune sia sospesa, chi dei due si trova in difficoltà finanziaria ha diritto a ricevere aiuto, sotto forma economica, dall’ex partner. Tale obbligo di mantenimento, se riconosciuto, diventa vincolante e la sua violazione ha conseguenze legali. È importante notare che l’assegno di mantenimento non è automatico in ogni separazione: viene accordato solo se ricorrono i presupposti di legge (insufficienza di reddito di un coniuge e capacità contributiva dell’altro) e può essere oggetto di accordo tra le parti o di decisione del tribunale.
Oltre ai figli e all’eventuale assegno di mantenimento, permangono anche alcune conseguenze legali del vincolo matrimoniale fino al divorzio. Ad esempio, i coniugi separati restano eredi legittimi l’uno dell’altra in caso di morte (salvo casi particolari di separazione con addebito). Inoltre, non essendo sciolto il matrimonio, nessuno dei due può risposarsi con un’altra persona finché non sia ottenuto il divorzio. In sostanza, durante la separazione i coniugi hanno uno status intermedio: non vivono più come marito e moglie nella quotidianità, ma giuridicamente sono ancora coniugi, con alcuni obblighi reciproci residui e con tutti i doveri verso i figli pienamente operanti.
Come mutano i rapporti tra i coniugi dopo la separazione
La separazione comporta un profondo cambiamento nei rapporti personali tra i coniugi. Da una relazione di vita coniugale stretta si passa a una condizione di distacco, in cui ciascuno conduce la propria vita in modo autonomo. In pratica, dopo la separazione i coniugi non condividono più la quotidianità: non abitano insieme, non prendono più decisioni come coppia e ciascuno gestisce in autonomia il proprio tempo, il lavoro, le amicizie e la sfera privata. Questo nuovo assetto può richiedere un periodo di adattamento, perché si passa da un “noi” a due “io” indipendenti.
Dal punto di vista legale e formale, come detto, i due rimangono marito e moglie fino al divorzio. Ciò significa che il legame matrimoniale esiste ancora giuridicamente, ma è “congelato”. I coniugi separati possono persino decidere di riconciliarsi: la separazione infatti non chiude definitivamente il rapporto matrimoniale, ma lo sospende. Se entrambi cambiano idea e vogliono tornare insieme, possono revocare la separazione e ripristinare a tutti gli effetti la convivenza e i doveri coniugali. Questa possibilità di riconciliazione è una caratteristica della separazione che la distingue dal divorzio (dopo il quale, per tornare insieme, sarebbe necessario un nuovo matrimonio). D’altro canto, se la frattura resta insanabile, la separazione costituisce l’anticamera del divorzio, che potrà essere richiesto trascorso il periodo minimo previsto dalla legge.
Nella pratica, con la separazione i rapporti tra ex coniugi devono necessariamente ridefinirsi su nuove basi. Spesso occorre stabilire per iscritto (tramite accordi di separazione o provvedimenti del giudice) come saranno gestite le questioni fondamentali: l’affidamento dei figli e i tempi di visita, l’assegnazione della casa coniugale, l’eventuale assegno di mantenimento e la divisione dei beni comuni. Questi accordi fungono da nuove regole che i coniugi separati dovranno rispettare nei loro rapporti. Per il resto, la relazione personale potrebbe andare incontro a diverse situazioni a seconda dei casi: alcune coppie, soprattutto se la separazione è stata consensuale, riescono a mantenere un rapporto cordiale e collaborativo, specie per il bene dei figli. In altri casi, prevalgono conflittualità e comunicazioni ridotte al minimo, magari gestite tramite avvocati. È importante ricordare che, sebbene l’amore possa essere finito, rimane utile comunicare in modo rispettoso e costruttivo su tutte le questioni ancora in comune (figli, spese, casa, etc.), per evitare che incomprensioni o rancori personali si traducano in problemi legali o emotivi maggiori.
In sintesi, dopo la separazione i coniugi non condividono più la loro vita come prima, ma continuano ad essere legati da responsabilità comuni. Il rapporto si trasforma da vincolo affettivo a una sorta di società di coprogettazione familiare su ambiti limitati: i due ex partner devono interagire principalmente come genitori (se ci sono figli) o come controparte contrattuale nel rispettare gli accordi economici e patrimoniali presi. Maturare questa nuova forma di relazione richiede tempo e buona volontà da entrambe le parti. Spesso aiuta stabilire confini chiari (ciò che attiene ancora all’ex coniuge e ciò che invece è ormai sfera privata) e al contempo mantenere un canale di dialogo aperto per le questioni necessarie. Così facendo, pur essendo cambiato radicalmente, il rapporto tra ex coniugi può evolvere in un’interazione civile e improntata al reciproco rispetto.
Consigli pratici per affrontare la separazione con consapevolezza
Affrontare una separazione non è mai facile, né dal punto di vista emotivo né da quello pratico. Ecco alcuni consigli utili per vivere questa fase con maggiore consapevolezza e tutelare i propri interessi in modo equilibrato:
• Prendete decisioni ponderate e informate: Evitate mosse impulsive dettate dalla rabbia o dalla paura. Ogni azione (ad esempio abbandonare improvvisamente la casa coniugale o sottrarre denaro dai conti in comune) può avere conseguenze legali importanti. Prima di agire, informatevi bene sui vostri diritti e doveri. Ad esempio, sapere che siete ancora coniuge a livello legale vi eviterà comportamenti inopportuni, e conoscere gli obblighi verso i figli vi aiuterà a metterli al primo posto. In questa fase è fondamentale conoscere la legge e le regole che si applicano alla separazione, per non commettere errori che potrebbero penalizzarvi in seguito.
• Tenete al centro il benessere dei figli: Se avete figli, fate in modo che risentano il meno possibile del conflitto. Non coinvolgeteli nelle dispute tra voi e il partner, né usateli come messaggeri o leve di ricatto. I bambini hanno diritto di mantenere un rapporto sereno con entrambi i genitori. Comunicate in modo civile sulle questioni che li riguardano e rispettate gli accordi di affidamento e visita. Proteggere i figli dal conflitto vi aiuterà anche a mantenere un minimo di collaborazione con l’ex coniuge su un terreno comune importante (la genitorialità condivisa).
• Stabilite confini chiari e nuovi equilibri: È utile definire da subito le nuove regole del gioco. Chi vive dove, come vi suddividete le spese comuni, quali giorni ciascuno sta con i bambini, come gestire la proprietà della casa e dei beni. Mettere per iscritto questi accordi nella separazione (meglio se con l’aiuto degli avvocati) riduce le possibilità di litigio futuro, perché ognuno saprà quali sono i propri doveri e diritti. Inoltre, accettate l’idea che il vostro ex partner ora ha una sua sfera di vita personale autonoma: rispettate la sua privacy e pretendete lo stesso per la vostra. Ad esempio, non intromettetevi nelle sue nuove relazioni sentimentali (ricordando che non vi è più l’obbligo di fedeltà), e d’altra parte fate valere gentilmente il diritto di condurre la vostra vita senza interferenze indebite.
• Non affrontate tutto da soli: chiedete aiuto professionale e personale: Una separazione coinvolge aspetti legali, economici e psicologici. Consultate un avvocato di fiducia fin dall’inizio, per essere guidati nelle scelte e tutelare al meglio i vostri interessi. La consulenza di un legale è fondamentale per chiarire dubbi e affrontare con maggiore sicurezza e serenità tutti gli aspetti della separazione. Allo stesso tempo, non esitate a cercare supporto emotivo da parte di familiari, amici o magari di un consulente esperto (come uno psicologo o un mediatore familiare). Condividere le proprie emozioni e avere un sostegno morale aiuta a superare più facilmente questo periodo di cambiamento. Ricordate che chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di intelligenza: vi permette di gestire meglio lo stress e di prendere decisioni più lucide.
• Guardate avanti con consapevolezza: Per quanto dolorosa, la separazione può diventare l’occasione per costruire un nuovo equilibrio di vita. Superato lo shock iniziale, molte persone riescono a riorganizzare la propria quotidianità trovando nuove routine, interessi e prospettive. Datevi tempo per adattarvi alla nuova situazione e non abbiate paura di pianificare il vostro futuro. Ciò significa anche essere aperti a eventuali cambiamenti positivi: ad esempio, coltivare un hobby o una carriera personale che magari avevate trascurato, oppure instaurare, quando vi sentirete pronti, nuove amicizie e relazioni senza sensi di colpa (dal momento che non state mancando ad alcun dovere di fedeltà). Considerare la separazione non solo come una fine ma anche come un nuovo inizio aiuterà a ridurre la negatività e a procedere con più serenità.
In conclusione, la separazione incide profondamente sui doveri coniugali e sul rapporto tra i coniugi, ma affrontandola con consapevolezza e supporto adeguato è possibile gestirla al meglio. Conoscere cosa cambia a livello giuridico (quali obblighi cessano e quali no) permette di evitare passi falsi e conflitti inutili. Allo stesso tempo, mantenere un atteggiamento pratico e rispettoso, specie se ci sono figli, facilita l’assestamento di un nuovo equilibrio familiare. Ogni separazione ha le sue specificità: per questo affidarsi a un professionista esperto in diritto di famiglia può fare la differenza nell’orientare le scelte giuste e tutelare i propri diritti. Un avvocato matrimonialista potrà guidarvi attraverso gli aspetti legali (dalla redazione degli accordi di separazione, al calcolo di assegni e gestione dei beni) e aiutarvi a trovare soluzioni sostenibili per entrambe le parti. Affrontare questa fase con il giusto aiuto significa porre basi più solide per il futuro, riducendo le tensioni e garantendo che né voi né i vostri figli subiate conseguenze ingiuste. La parola d’ordine è consapevolezza: sapere cosa aspettarsi e come agire vi darà la tranquillità necessaria per voltare pagina con equilibrio e dignità.
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