Trasferimento del genitore collocatario con il figlio : serve il consenso?
- avvdanielatorrisi
- 4 apr
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Un genitore collocatario potrebbe ritenersi libero, proprio in virtù del suo ruolo, di poter determinare liberamente la propria residenza insieme a quella del figlio minore. Tuttavia, questa libertà non è assoluta, proprio perché confligge con il diritto del minore, altrettanto importante e altrettanto tutelato dalla legge, a mantenere un rapporto stabile e significativo anche con l’altro genitore, nonché con il diritto di quest’ultimo a preservare relazioni continuative e significative con il proprio figlio.

Proprio per tale ragione, l’articolo 337-ter del codice civile stabilisce che il trasferimento del genitore collocatario con il figlio richieda il consenso espresso dell’altro genitore.
Qualora tale consenso manchi, la questione deve essere necessariamente sottoposta all’attenzione del Tribunale, che ha il compito di valutare attentamente le motivazioni sottese alla richiesta e bilanciare i diritti contrapposti.
Il giudice, nello specifico, terrà conto di diversi fattori:
• la fondatezza delle motivazioni del trasferimento (esigenze lavorative, familiari, sanitarie);
• la possibilità effettiva di preservare un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori;
• la qualità del nuovo ambiente in termini di opportunità educative, sociali e culturali per il minore;
• l’effetto che il trasferimento potrebbe avere sulle relazioni sociali e familiari già consolidate;
• il grado di maturità del minore e, se opportuno, la sua opinione al riguardo.
Ad esempio, la Corte di Cassazione, con ordinanza n. 26697 del 2023, ha autorizzato il trasferimento di una madre con la figlia minore in Israele, ritenendo determinante il supporto familiare e le migliori opportunità lavorative che garantivano il benessere del minore e una frequentazione adeguata con l’altro genitore. Al contrario, il Tribunale di Monza, nella sentenza n. 2667/2023 del 23 novembre 2023, ha negato il trasferimento richiesto da una madre che desiderava ricongiungersi al nuovo coniuge in una città distante centinaia di chilometri, in assenza di comprovate ragioni economiche o relazionali sufficienti a giustificare il cambiamento radicale nella vita del minore e la compromissione della relazione con il padre.
Questi esempi evidenziano chiaramente quanto sia imprescindibile una valutazione specifica e individualizzata, fondata sulle circostanze concrete di ciascun caso. Non è infatti possibile operare previsioni generalizzate, poiché ogni situazione familiare ha le sue peculiarità, i suoi equilibri e le sue fragilità.
Diverso è invece il caso in cui il genitore collocatario decida di trasferirsi con il figlio minore senza aver ottenuto il consenso dell’altro genitore né l’autorizzazione del giudice. Ciò può avvenire, ad esempio, quando l’altro genitore non presta il proprio consenso e il collocatario, anziché adire il Tribunale, decide di agire autonomamente, oppure quando l’autorizzazione è stata espressamente negata ma il trasferimento viene effettuato ugualmente.
Un trasferimento realizzato in queste condizioni, in violazione delle norme poste a tutela del diritto del minore alla bigenitorialità, può comportare rilevanti conseguenze sul piano civile — come la revisione dell’affidamento e del collocamento — e anche sotto il profilo penale, integrando gli estremi del reato di sottrazione di minore (art. 574 c.p.).
Se invece il trasferimento avviene con il consenso di entrambi i genitori, è opportuno definire con chiarezza — preferibilmente attraverso un accordo scritto — le nuove modalità di frequentazione e comunicazione, così da evitare future controversie.
In fondo, ogni cambiamento è un bivio: può generare crescita oppure conflitto, armonia oppure distanza. Quando si tratta del futuro di un figlio, ogni passo va compiuto con attenzione, ascolto e responsabilità.
Il trasferimento del genitore collocatario, proprio perché incide profondamente sugli equilibri familiari, richiede uno sguardo attento e competente. È importante non affrontare da soli un momento così delicato, ma affidarsi a chi può aiutare a leggere correttamente le implicazioni giuridiche e ad orientarsi tra i diritti, i doveri e le soluzioni possibili.
Per questo, se stai affrontando una situazione simile e vuoi capire quali sono i tuoi diritti o come tutelare il rapporto con tuo figlio, puoi prenotare un primo incontro conoscitivo presso il mio studio https://www.danielatorrisi.it/contatti
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